Dokument-Nr. 9045
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 20. März 1919

Schreiber (Textgenese)
StenotypistPacelliPacelli
Betreff
[ I negoziati a Posen ] I negoziati di Posen e la proposta d'intervento del S. Padre
I negoziati giornali di stasera hanno annunziato che ieri sono stati rotti i negoziati di Posen. Credo mio dovere d'inviare senza indugio all'E. V. R. informazioni al riguardo, tanto più perché durante i medesimi è stata avanzata da parte della Germania la proposta di un intervento della S. Sede.   del S. Padre.
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I negoziati di Posen, [ora] detti , in discorso, intesi, come è noto, a fissare le norme esecutive per la linea di demarcazione fra la Polonia e la Germania, ai confini orientali della Germania, a Posen, a Posen, furono presi in considerazione già il 16 febbraio neille negoziati trattative d'armistizio a Treviri e vennero continuati il 5 del mese corrente a Posen da una commissione interalleata presieduta dall'ambasciatore francese Noulens e da una commissione tedesca presieduta dal barone von Rechenberg. sono giunti attualmente allo stadio seguente:
Tre convenzioni dovranno avrebbero dovuto essere elaborate e sottoscritte, e cioè:
l) Una convenzione sulle ferrovie, poste e telegrafi, navigazione, scambio di merci, viaggi di persone private, movimento di denaro contante e di valori commerciali;
2) una convenzione militare;
3) una convenzione per la protezione della popolazione tedesca entro la linea di demarcazione e della popolazione polacca nella Prussia orientale, Prussia occidentale e Slesia, nonché di quelle parti della provincia di Posen venutesi a trovare fuori della linea di demarcazione dal 16 febbraio 1919.
La convenzione sulle ferrovie ecc. procura, presentava relativamente, poche difficoltà. Le comunicazioni ferroviarie, postali e telegrafiche fra i territori, che si stendono ai due lati della linea di demarcazione, dovranno avrebbero dovuto essere riprese in un certo tempo stabilito dopo la ratifica della convenzione. Per il transito dei treni merci e per l'ulteriore inoltro del traffico postale sono erano previste prescrizioni speciali. La navigazione nelle due parti della linea di demarcazione sarà sarebbe stata garantita dagli abitanti dei due territori. Anche il commercio dovrà avrebbe dovuto essere libero. Sono Erano previste restrizioni soltanto per merci che prestansi a scopi militari, o per quelle che, sia nell'uno
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che nell'altro territorio, son sottoposte ad un'amministrazione pubblica. Il passaggio della linea di demarcazione da parte di persone private dovrà avrebbe dovuto dipendere da un'approvazione decisa colla più larga considerazione dei bisogni economici di quella popolazione. Non sarà sarebbe stato impedito che persone private trasportinoassero la loro sede al di qua o al di là della linea di demarcazione. Il movimento del denaro contante e dei valori commerciali sarà sarebbe stato regolato in un modo tutto speciale.
In quanto alla convenzione militare si presentanovano grandi difficoltà, specialmente riguardo alla questione della distanza a cui dovrà avrebbe dovuto essere ritirata l'artiglieria dalle due parti della linea di demarcazione. Il rappresentante del supremo comando tedesco nella sottocommissione militare domandò che l'artiglieria fosse ritirata alla distanza di sei chilometri. L'Intesa domandava, però, che essa fosse ritirata alla distanza di 10 chilometri. Il Ministro Erzberger Erzberger dichiarò di non acconsentire, diede però ai delegati tedeschi istruzione di fare tutto il loro possibile perché fosse aumentato il numero delle batterie. Ultimamente l'Intesa ha aveva domandato che dodici batterie leggere sieno fossero ritirate alla distanza di 10 chilometri e tutto il resto alla distanza di 20.
Altre grandi difficoltà s'incontranovano nella questione della Commissione militare incaricata di vigilare l'esecuzione del trattato militare. Questa commissione militare deve doveva consistere, secondo le pretese domande dell'Intesa, di in una commissione interalleata; quale massima concessione l'Intesa medesima ha presoe in considerazione l'ammissione della commissione interalleata a Spa. Gli alleati non prevedonoevano, dunque, una rappresentanza della Germania in tale commissione; ciò che significava un grande svantaggio per la Germania. stessa.
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In quanto alla protezione della popolazione tedesca entro la linea di demarcazione e della popolazione polacca al di fuori di quella svi è era cercato grande probabilità di ottenere un accordo fondamentale sul trattamento del tutto imparziale pari dei tedeschi e dei polacchi ai due lati della linea di demarcazione stessa, senza distinzione veruna di nazionalità, nonché riguardo alla protezione, alla vita, alla libertà personale, alla proprietà e suo uso e all'esercizio della professione e dei diritti pubblici. Se, Secondo tale accordo, se, in singoli casi, tedeschi o polacchi credanoessero di non ritenersi trattati in modo eguale, unitario, questi, poi possonotrebbero avrebbero potuto ricorrere ad una cCommissione mista, alla cosiddetta Commissione pari tativaaria, la quale saràebbe formata da un tedesco e da un polacco. Tali cCommissioni paritativerie sarannoebbero costituite: una in quella parte della Posnania che trovasi entro la linea di demarcazione; una seconda per le rimanenti parti della Provincia di Posnania fuori della linea di demarcazione; e una cCommissione per ciascuna delle rimanenti altre province. Il membro tedesco di questa cCommissione sarà ebbe stato nominato dietro proposta della Giunta provinciale tedesca, quello polacco dietro proposta del Consiglio popolare polacco della Provincia di Posen. Nel caso che il tedesco o il polacco, che ha il quale avesse da muovere protesta, non si dichiari asse contento della decisione di detta questa c Commissione paritativaria, può avrebbe sempre potuto ricorrere alla Commissione superiore parita tivaria (Suprême cC ommission). La quale Questa, secondo la proposta originaria tedesca, dovrebbe avrebbe dovuto comporsi di un membro nominato dal Governo prussiano e di uno scelto dalla Commissione interalleata, nonché da un presidente neutro, il quale, nel caso che i due membri non siano fossero d'accordo in quanto alla sua nomina, sarà ebbe stato scelto da Sua Santità il Papa o dal Presidente della Confederazione Svizzera finché non [saranno] fossero venissero regolati definitivamente i diritti politici e di sovranità in oriente.
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Gli alleati, invece, propongono evano la composizione seguente della cCommissione superiore paritativaria: un alleato, un tedesco, un membro nominato dal Supremo Consiglio popolare polacco e due cooptati. A altri membri da aggregarsi. In questo modo gli Alleati e i Polacchi si assicurarovano la maggioranza. Gli Alleati respingonoevano la proposta di un presidente neutrale.
Il Ministro Erzberger Erzberger indusse allora il Gabinetto di Berlino a pronunciarsi in proposito al riguardo. Fu deciso che la proposta della nomina del presidente da parte del Papa S. Padre o del Presidente della Confederazione svizzera fosse presentata ancora una volta; e che oltre a ciò, si chiedesse che fosse scelta Berlino quale sede di questa c Commissione paritativaria.
S. E. Il barone von Rechenberg Rechenberg comunicò subito che una siffatta proposta non aveva probabilità di essere accolta dagli Alleati. Il Ministro Erzberger Erzberger rinunciò allora alla richiesta del Gabinetto riguardo al Presidente della Confederazione svizzera; ma tenuto conto delle importantissime questioni politiche che la Commissione ha aveva da regolare, invitò la Delegazione tedesca a di Posen di ad insistere sulla proposta della nomina da parte della Santa Sede a del presidente della Commissione e di a rivolgere un appello, non alla Commissione interalleata, ma ai Polacchi e ai loro sentimenti cattolici.
Così agendo il Ministro Erzberger ha rinunciatova a tutte le giuste pretese della Germania riguardo alle modalità della Commissione parita tivaria , esclusa una: cioè, che la Santa Sede si addoss iasse la presidenza della Commissione. Il Ministro Erzberger, facendo dovere ai delegati tedeschi di presentare questo appello ai Polacchi nella seduta decisiva, lasciava al libero arbitrio dei Polacchi stessi di decidere , qual come popolo cattolico, se accettavano o no la Santa Sede quale istanza imparziale.
Il più volte nominato barone S. E. von Rechenberg comunicò allora al Ministro Erzberger che la Commissione interalleata rigettava decisamente la Santa
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Sede come qualsiasi altro neutrale, e domandò se doveva insistere a sulle pretese richieste tedesche, e, se del caso, nel caso, lasciare pure che l'accordo fallisse. Il Ministro Erzberger dichiarò di non poter rispondere con un sì od un no deciso, finché non fosse stato informato sul risultato dell'appello diretto ai rappresentanti polacchi. Il barone von Rechenberg replicò facendo osservare che i negoziati sarebbero stati senz'altro rotti, se non fosse giunto a una risposta definitiva un sì od un no; essere i rappresentanti polacchi completamente d'accordo con gli Alleati in tutte le questioni, ma non prender parte ai negoziati quali delegati, sibbene quali periti. Il Ministro Erzberger fece pervenire allora nuove istruzioni ai delegati tedeschi, invitandoli a mettersi d'accordo coi Polacchi per apprendere se essi rifiutavano che fosse scelto un presidente dalla Santa Sede per la Commissione paritativaria. Disse porre egli un decisivo nel fatto che i Polacchi stessi ostacolassero la sua proposta. Solo quando gli fosse pervenuta risposta da parte polacca avrebbe potuto rispondere in modo reciso, se la convenzione doveva essere accettata o rigettata. respinta.
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In conformità di tali istruzioni, il Barone von Rechenberg diresse all'Ambasciatore Noulens una Nota, colla quale portava alla di lui conoscenza che il suo Governo, germanico, prima di dare una risposta definitiva circa il modo di nomina per la Commissione superiore anzidetta, desiderava interrogare le aAutorità polacche circa la proposta del Ministro Erzberger. Ma l'Ambasciatore francese, in una Nota che è stata pubblicata dalla stampa, rispose che i negoziati correvano unicamente fra le due Delegazioni tedesca e francese, che la proposta del Sig. Erzberger era evidentemente inaccettabile, e che perciò la Commissione interalleata considerava la sua missione come finita e sarebbe partita la sera stessa da Posen.
Dopo di ciò, chinato
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Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 20. März 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9045, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9045. Letzter Zugriff am: 07.05.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 10.09.2018.