Dokument-Nr. 9298
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 15. März 1919

Schreiber (Textgenese)
StenotypistPacelliPacelli
Betreff
Rapporto sulle discussioni dell'Assemblea Nazionale Costituente Tedesca
Febbraio 1919

Rapporto riassuntivo sulle discussioni dell'Assemblea nazionale costituente tedesca (Febbraio 1919)
Affinché l'E. V. R. possa avere sott'occhio, brevemente riassunte riepilogate in un'unica relazione nelle loro linee fondamentali, i lavori le discussioni svoltesi in seno all'Assemblea nazionale costituente di Weimar nello scorso Febbraio, mi è parso non inutile di farne oggetto di un unico Rapporto riassuntivo. V. E. vorrà quindi perdonarmi se, per la natura stessa del medesimo, troverà in esso ripetute alcune notizie, le quali avevano già formato argomento di precedenti particolari Rapporti.
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Dopo infinite difficoltà e dopo aver superato enormi ostacoli, il 6 febbraio poté essere aperta, finalmente, l'Assemblea nazionale germanica; quell'Assemblea nazionale, dalle cui deliberazioni il popolo tedesco spera gli venga la liberazione da tutti quei disordini e grandi pericoli, che costituiscono i sintomi concomitanti degli immensi sconvolgimenti interni subiti dalla Germania a partire dal Novembre del 1918. Qual sede dell'alto consesso fu scelta la città di Weimar, visto che là si poteva protegger meglio l'Assemblea da tutti i pericoli che la minacciavano da parte radicale.
Come era da attendersi, le elezioni ebbero per risultato un significantissimo aumento dei deputati socialisti; ma questo aumento non fu, però, tale da dare ai socialisti una maggioranza. Dei 241 deputati, 163 appartengono ai socialisti maggioritari, 90 al Centro, 74 ai democratici, 43 ai nazionalisti tedeschi, 22 al Partito popolare germanico e 22 al Partito dei socialisti indipendenti o minoritari. 7 deputati non appartengono a frazione alcuna. Le due frazioni socialiste contano insieme 185 seggi, non costituiscono, cioè, maggioranza. La quale Questa si può formare soltanto o coi socialisti maggioritari e il Centro o coi socialisti maggioritari e il Partito democratico, il quale va,
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nelle grandi linee, d'accordo coll'ex-partito democratico progressista.
I. Formazione del nuovo Governo.
Primo compito dell'Assemblea nazionale era, naturalmente, quello d'insediare un nuovo Governo composto in modo da esser riconosciuto anche dagli Stati nemici; quindi quello di varare preparare una Costituzione. Dato lo stato delle cose, non era impossibile pensare a ristabilir la Monarchia. Sebbene fosse certo che la maggioranza del Centro parteggiasse, come per lo nel passato, per la Monarchia e riconoscesse in essa la miglior forma statale di Governo per i tedeschi la Germania, pure, soppesate considerate tutte le circostanze, pro e contro, era impossibile nascondersi il vero stato delle cose e non riconoscere appariva evidente che il ripristino di una costituzione monarchica era assolutamente escluso inattuabile. Il solo tentativo di concretare effettuare un siffatto pensiero proposito avrebbe portato immediatamente seco complicazioni tali da non poterne prevedere la portata, e, assai probabilmente, una nuova e cruenta guerra civile. Nemmeno i conservatori hanno osato di fare qualche tentativoi in questo senso.
Ne reisultò quindi che il capo del Governo fu scelto dai circoli del più forte partito della Germania, ossia da quello dei socialisti maggioritari; e repubblicana fu la costituzione del nuovo Stato. Se il Centro diede unanime la sua approvazione per la candidatura Ebert a Presidente della Germania, candidatura proposta dal partito socialista maggioritario (anzidetto), – sebbene questi, quantunque egli questi, nel suo discorso inaugurale, avesse pronunciato parole poco adatte e si fosse fatto beffe dei avesse deriso i "Monarchi per grazia di Dio,"
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la diede lo fu perché Ebert egli, nei precedenti dibattiti al Reichstag, si era rivelato di un carattere fermo, sincero, onesto e leale.
Nell'occupazione assegnamento dei vari dicasteri si presentò per il Centro la difficilissima questione, se, e fino a che punto dovesse partecipare o no al la formazione del Governo. La questione fu accuratamente discussa in seno alla frazione. Un numero non indifferente di membri sollevò difficoltà di varia natura, ma queste difficoltà le quali però si dileguarono ad una ad una nel corso del dibattito. Si fece osservare che soltanto la democrazia sociale era la colpevole delle attuali circostanze sotto per le quali, oggi, grandemente soffre la Germania; che era possibile attendersi che il popolo ingannato ritornasse sarebbe ritornato alla ragione sol quando gli eventi avessero raggiuntio il massimo grado di sviluppo; che se invano il Centro cercasse tenterebbe di influenzareire beneficamente il sul corso degli eventi, farebbe cosa vana, avvenimenti, in dappoiché questi precipitano inesorabilmente per la loro china, e potrebbe esser reso responsabile di cose di cui non ha colpa veruna. In ampi circoli dei Inoltre molti membri del partito non si comprenderebbero affatto un aiuto alla socialdemocrazia socialismo. Sarà forse impossibile – si disse – arrestare lo sfacelo finanziario ed economico, e se questo avvenisse, anche al al Centro verrebbe a toccare attribuita infine la sua parte di colpa per aver partecipato alla deliberazione delle dei varie misure provvedimenti governativei.
A tutte queste Alle surriferite obbiezioni si rispose in seno al dibattito però che, considerata l'immane sciagura, nella quale è precipitato lo Stato germanico e il popolo tedesco, qualsiasi interesse di partito deve rimanere addietro, e che dovrà esser presa in considerazione la seguente questione soltanto: "Che cosa si può fare per il essere posposto al bene della patria." In questo problema A questo scopo debbono convergere
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tutte le coscienze energie ed ognuno deve fare quanto è in suo potere per evitare che venga anche di peggio. Non esservi risparmiare al Paese mali maggiori sciagure rovine . Ora non vi era dubbio alcuno che sarebbe stato di grandissimo vantaggio per il ristabilimento dell'ordine e della sicurezza statale dello Stato, se il Centro avesse partecipato al Governo. In questo tal caso infatti il Governo, componendosi di dei socialisti maggioritari, del Centro e dei democratici, avrebbe disposto di una maggioranza schiacciante (327 voti su 421) nell'Assemblea Nazionale, e ciò avrebbe rinforzato enormemente la sua posizione interna. Ma anche l'estero le Potenze estere sarebbero statoe molto più dispostoe ad entrare in negoziati per la pace con un Governo, che si basasse incontestabilmente sulla stragrande maggioranza del popolo germanico. Oltre a ciò sarebbe stato possibile anche al Centro di esercitare sulle tendenze del Governo un'influenza ben diversa partecipando ad esso, che non rinunciandovi , anziché rifiutandovisi, e costringerendo così i socialisti a cercare un appoggio esclusivo nel partito democratico. Appunto a causa del pericolo che incombe sui lla beni della civiltà, appunto per la ed in vista della questione della separazione della Chiesa dallo Stato e della dello Stato e della Scuola dalla Chiesa, dalla Scuola, il Centro ha un grande interesse di non lasciare soltanto alla sinistra tutti gli affari del Governo. Nelle questioni della civiltà In dette questioni i fini del partito democratico si distanziano differenziano pochissimo da quelli dei socialisti. Ci sarebbe dunque da temere fortemente che, rinunciando il Centro a far parte del Governo, si determinassero conseguenze insanabili nell'ambito della Chiesa e della Scuola, perché in questo caso socialisti e democratici si vedrebbero in certo qual modo costretti a fondersi insieme e sarebbero quindi e lietamente senz'altro pronti ad ottenere a perseguire i loro scopi comuni riguardanti la Chiesa
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e la Scuola per mezzo della legislazione. di Stato.
Queste ed altre considerazioni ebbero alla fine l'approvazione quasi unanime di tutta la frazione; dopo di che un certo numero di alte cariche nel Governo fu coperto da membri della Ffrazione del Centro. Oltre al Segretario di Stato Erzberger, che già dal tempo del cCancellierato del Principe Max von Baden, dirigeva i negoziati per l'armistizio, furono nominati Ministri Giesberts, e e il Dr. Bell; sottosegretario di Stato Becker e il Dr. Herschel, e Fehrenbach presidente dell'Assemblea nazionale.
I motivi che condussero alla collaborazione del Centro agli affari del Governo, sono stati esposti in modo chiarissimo in un articolo del noto professore Dr. Mausbach di Münster, eletto membro all'Assemblea Nazionale, nel No. 163 della "Kölnische Volkszeitung"; articolo al quale ci richiamiamo qui appresso.
II. Il programma governativo.
Quanto fosse stata opportuna la deliberazione del pPartito del Centro di partecipare al Governo, si vide subito quando il nuovo Gabinetto passò a stabilire le direttive della sua azione e a tracciare un programma. Partecipando il Centro al Governo, era logico che ne approvasse anche il programma. Dopo accurata discussione dello del relativo schema programmatico in seno alla Ffrazione, si riuscì a far valere molti desideri, che trovarono poi posto nel programma definitivo. Oltre a molti miglioramenti nel senso sociale, specialmente nell'interesse del ceto medio e rurale, anche la formulazione dei cosiddetti "Grundrechte" ossia dei diritti fondamentali o cardinali, avvenne per espresso desiderio del Centro. La parte corrispondente del programma dice: "Assicurare i diritti politici e civili del singolo. Libertà di coscienza e libertà di culto;
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libertà di esprimere la propria opinione tanto a voce che in iscritto; libertà della Sstampa, delle Sscienze e delle Aarti; libertà di riunione e di associazione."
Purtroppo non è stato possibile di ancorare includere nel programma anche la libertà d'insegnamento. In molti vari Stati della Confederazione i relativi Governi socialisti sono riusciti ad imporsi ed han vietato le scuole private. Grande sarebbe stato dunque il vantaggio se la libertà d'insegnamento fosse stata riconosciuta dal Governo della Confederazione. Ma i socialisti non hanno voluto intendere ragioni e si sono rifiutati decisamente di garantire tale libertà [del] nel programma governativo. Non a torto hanno fatto , facendo notare che, da parte loro è già stato fatto il gravissimo sacrificio di rinunciare all'accettazione del caposaldo riguardante l'introduzione della scuola unica. Un'ulteriore e più ampia concessione, hanno detto, non si può pretendere dai loro compagni di fede politica.
Relativamente alla scuola il programma governativo contiene il seguente periodo: "Promuovere tutta quanta l'istruzione popolare pervenendo al massimo sviluppo della scuola dal basso in alto. Ad ogni bambino deve essere reso possibile l'accesso ai più alti gradi d'istruzione secondo le sue doti intellettuali, senza riguardo alcuno allo stato finanziario." Data la formulazione generale di questo periodo che , in cui non porta traccia si tocca l' dell'introduzione di una della scuola unica, il Centro ha potuto creduto di poter dare la sua approvazione.
Considerato che Poiché il programma governativo, letto dallo stesso pPresidente dei Ministri Scheidemann nella prima seduta dopo la formazione del nuovo Governo, non conteneva allusione alcuna ad una alla separazione della Chiesa dallo Stato o all'introduzione di scuole
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areligiose, si deve è lecito ritenere che anche lo schema della nuova cCostituzione, come sarà presentato dal Governo all'Assemblea Nazionale, non contengarrà prescrizione alcuna su una sulle anzidette questione i. tanto vitale per il Centro. In ulteriori ponderate considerazioni vedrà seguito il Centro vedrà se è sia il caso di tentare, nei successivi dibattiti sul progetto, di giungere ad ancorare che venga no risolutoi nella Costituzione tedesca la soluzione medesima in modo soddisfacente di questo i problemai per esso Centro estremamente così importantei, oppure se convenga invece, come sembrano volere i circoli socialisti del Governo, di rimettere ai singoli Stati confederati la soluzione di tali questioni.
III. La legge sui poteri provvisori.
Considerato che Poiché Siccome la elaborazione della vera e propria Costituzione per la Germania richiedeva un tempo abbastanza lungo, ma che, e, d'altra parte, s'imponeva la necessità di creare nel più breve tempo possibile una ordinata base costituzionale, si decise di presentare un progetto di legge che regolasse i poteri provvisori. Questo progetto fu presentato Esso venne infatti proposto e si riuscì a farlo accettare nel approvare in breve tempo desiderato dall'Assemblea Nazionale in seduta plenaria, senza farlo che passaresse dalla trafila della per la Commissione. Questa legge considera quali organi del potere statale politico : l'Assemblea Nazionale, la Commissione degli Stati Confederati e il Presidente della Repubblica germanica.
La Commissione degli Stati confederati costituisce la rappresentanza dei singoli Stati formanti complessivamente lo Stato tedesco,. come si dirà più appresso. per quanto si tratti realmente di Stati confederati. (Di questo si parlerà ancora più avanti.) Nella In tale Commissione degli Stati vengono ammessi i rappresentanti di quei liberi
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Stati, tedeschi, i cui Governi riposano sulla fiducia di una rappresentanza popolare sorta da un suffragio elettorale generale, ueguale, segreto e diretto. Fino al 31 Marzo 1919 vi potranno essere ammessi altri 3 liberi Stati tedeschi, coll'approvazione però del Governo tedesco germanico. I rappresentanti degli Stati liberi hanno per lo almeno un voto nella Commissione. In linea di massima uno Stato avrà diritto ad un voto per ogni milione di abitanti. Se l'Austria tedesca entrerà a far parte dello Stato tedesco, essa avrà diritto egualmente ad un numero di voti corrispondente.
Il Presidente della Repubblica viene eletto dall'Assemblea nazionale. Esso rimane rimarrà in carica fino a che non dovrà cederla al nuovo che sarà eletto a sua volta il nuovo in base alla nuova futura Costituzione. Il Presidente della Repubblica rappresenta lo Stato agli effetti del diritto internazionale, stringe accordi con altri Stati in nome del Paese, accredita e riceve ambasciatori.
L'Assemblea Nazionale ha il diritto di varare discutere ed approvare la Costituzione. Essa può altresì deliberare altre leggi, di cui sia evidente l'urgenza, le quali saranno elaborate dall'Assemblea Nazionale d'accordo colla Commissione diegli Statoi. Nel caso Qualora fosse impossibile di conseguire l'accordo, può il Presidente della Repubblica può determinare la decisione mediante plebiscito. Non ne ha però l'obbligo; e questo ciò per evitare la incomodissima votazione popolare in questioni controverse di poca importanza.
Per il disbrigo degli Aaffari del Governo il Presidente della Repubblica convoca un Ministero di Stato, al quale soggiacciono tutti quanti i dicasteri e il supremo comando dell'esercito. Il Ministero di Stato sarà composto e svolgerà la sua attività secondo i principi parlamentari. È quindi espressamente stabilito
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che i Ministri sono responsabili di tutti gli affari del loro dicastero dinanzi all'Assemblea Nazionale. Tutte le disposizioni e i decreti del Presidente della Repubblica debbono, per esser validi, recare la contrafirma [sic] di un mMinistro.
IV. La Repubblica tedesca e i singoli Stati
Nella valutazione d Nel diritto costituzionale dell'Impero tedesco germanico ha rappresentato sempre una parte importantissima il rapporto intercedente fra l'Impero esso l'Impero medesimo ed i singoli Stati confederati. L'Impero tedesco era stato possibile mediante accordi coi gli singoli detti Stati medesimi confederati , rapporto regolato mediante accordi che , i quali riconoscevano ad alcuni di essi questi essi privilegi tutti speciali sia neille rapporti cose militari, sia sia che nelle questioni di dogana e delle i imposte. L'Impero tedesco germanico era, dal punto di vista del diritto costituzionale, una Confederazione di Stati. I singoli membri dell'Impero erano e rimasero Stati indipendenti con sovranità propria. Accanto alla sovranità degli Stati confederati esisteva però anche una sovranità dell'Impero tedesco. Quale conseguenza della medesima vi era , e per conseguenza il potere legislativo risiedeva così nell'Impero tedesco medesimo come negli nei singoli Stati confederati. il potere legislativo. La legislazione dell'Impero aveva però tuttavia il diritto di fissare essa stessa i limiti della sua competenza. I territori sui quali la legislazione dell'Impero , e quindi le materie, sulle quali questa si estendeva, la sua competenza venivano sottrattie così alla competenza dei singoli Stati.
Mentre, da una parte, gli Stati confederati vigilavano gelosamente al mantenimento delle loro competenze e dei loro privilegi speciali, si rivelavano dall'altra parte venivano tuttavia rivelando correnti sempre più forti intese a trasformare la cConfederazione germanica in un solo e grande Stato unitario.
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In questi ultimi anni Recentemente siffatte correnti si rivelarono principalmente manifestarono soprattutto nei circoli socialisti e democratici progressisti, colla tendenza di a sottrarre ai singoli Stati il diritto della legislazione nell'ambito della Chiesa e della Scuola.
Come ben si comprende, tali questioni dovettero esser prese in considerazione in prima linea nella nuova formazione dello Stato germanico e nella nuova cC ostituzione. Ciò D'altra parte, però, negli ultimi anni di guerra si era andata acutizzandosi pure rendendo sempre più acuta l'ostilità di alcuni Stati, specialmente della Germania del sud, contro l'egemonia della Prussia, tanto che si poteva può quasi dire che le tendenze regionaliste giammai non erano risultate giammai così forti come negli ultimi anni.
Di questo sviluppo tien conto anche la cCostituzione provvisoria; ma per certi , sebbene, a parere dei circoli troppo di tendenze più spiccatamente regionalistie, essa non ne tiene conto in misura non sufficiente. Anche il nuovo grande Stato germanico non dovrà costituire un solo Stato unitario, ma sarà la risultante di un certo numero di Staterelli liberi e indipendenti. Di "Stati confederati" non è più il caso di parlare, perché la rivoluzione ha distrutto la costituzione dell'Impero, nonché il rapporto fissato in via d'accordi fra l'Impero germanico e gli Stati confederati. Riconoscendo la Costituzione provvisoria una Commissione degli Stati, formata dai rappresentanti dei singoli liberi Stati tedeschi appartenenti al grande Stato germanico, quale parte essenziale del Potere dello Stato germanico stesso, riconosce ammette implicitamente la loro indipendenza e la sovranità. dei singoli Stati. Fa però una differenza fra le votazioni per la cCostituzione germanica e le votazioni per la rimanente legislazione. Mentre le leggi per tutta la Germania saranno votate regolarmente solo mediante accordo fra l'Assemblea Nazionale e la Commissione degli Stati, il § 4 della
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Costituzione provvisoria dice espressamente: "La Costituzione definitiva sarà varata elaborata dall'Assemblea Nazionale". Ciò dimostra in modo chiaro che l'Assemblea Nazionale avoca esclusivamente a sé la sovranità piena ed intera. Scacciati Deposti colla rivoluzione tutti quanti i Sovrani dei singoli Stati e soppresso il Consiglio federale, la sovranità si dovette considerare passata al popolo tedesco. Ora, essendo stati da esso popolo direttamente scelti, eletti i membri dell'Assemblea Nazionale, questi sono i soli che hanno il diritto di esercitare la sovranità. La Costituzione provvisoria prevede, è vero, persino un'eccezione in quanto alla sovranità dell'Assemblea Nazionale: che qualora si tratti, cioè, della diminuzione o dell'accrescimento territoriale dei liberi Stati, nel qual caso nulla può esser fatto senza il loro proprio consenso. In tutti gli altri rapporti però l'Assemblea Nazionale ha piena e illimitata libertà di disporre, e in nessun caso è legata dall'approvazione dei singoli Stati. Essa quindi può, quando voglia, tralasciare di prendere in considerazione e sia i cosiddetti privilegi dei singoli Stati confederati – privilegi derivati dagli accordi stretti fra l' l'ex-Impero e gli Stati confederati medesimi e divenuti quindi parte integralente della Costituzione dell'Impero stesso – e come pure le eventuali opposizioni degli Stati suddetti contro le prescrizioni della futura Costituzione. Essa L'Assemblea Nazionale è completamente libera nelle sue decisioni e può regolare illimitatamente anche la competenza del nuovo Stato germanico, senza essere assolutamente legata d all'approvazione dei singoli Stati o d agli accordi passati conclusi già, conclusi, come si è detto accennato fra essi Stati confederati e l' ex- Impero.
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Il P partito del Centro ha condiviso e nella sua grande maggioranza questo punto di vista, anche se pur rimanendo in linea di massima riman fedele al carattere federale del nuovo Stato germanico. Questo Tale concetto ha trovatoò, però invece tuttavia, opposizione neil circoli del P partito popolare bavarese, i cui membri, ad onta della loro speciale qualificazione, hanno aderito tutti, come è noto, al Ppartito del Centro. Durante la seconda lettura del progetto della Costituzione provvisoria essi fecero una dichiarazione, secondo la quale non ammettonoevano che l'Assemblea Nazionale debba dovesse riceversse una procura in bianco per la elaborazione della Costituzione futura e che nell'approvazione definitiva della medesima non sia fosse legata né dal consenso dei singoli Stati,dalla Commissione degli Stati federati, nemmeno relativamente ai particolari privilegi dei singoli Stati Stati ; degli Stati stessi, quei privilegi che sono sono stati ancorati sin qui inclusi sinora nello Statuto dell'Impero. Purtroppo i I suddetti deputati spinsero giunsero il loro zelo in questo senso fino a votare votarono perciò contro il disegno di legge progetto di Costituzione , sebbene la sua approvazione fosse più che necessaria nell'interesse di tutto quanto il popolo tedesco e della Germania. Il rappresentante del Governo bavarese si contentò, invece, della dichiarazione del Governo Germanico, che, cioè, colla l'accettazione del disegno di legge medesimo di esso non si veniva a toccare affatto importava una decisione sui privilegi particolari dei singoli liberi Stati. Persino i Dal canto loro, i deputati conservatori al contrario invece, , considerata la grandissima urgenza del disegno di legge e il carattere soltanto provvisorio del medesimo, di esso, avevano abbandonato del progetto, lasciarono cadere le loro difficoltà riguardo ad esso e ritirato e ritirarono alcune mozioni tendenti ad emendarlo, dopoché il Governo tedesco ebbe dichiarato che il disegno in discorso esso non rivestiva altro che aveva se non un carattere provvisorio in ogni suo punto. e che non avrebbe menomamente influenzato l' influito sull' ordine
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definitivo delle cose.
Sarebbe stato infatti assolutamente impossibile ed avrebbe avuto conseguenze insostenibili se l'approvazione anche di questa costituzione provvisoria avesse dovuto dipendere dal consenso dei singoli Stati. Trattative con essi sarebbero andate mesi e mesi per le lunghe. Ogni eventuale emendamento del disegno di legge da parte dell'Assemblea Nazionale avrebbe portato seco nuove trattative coi singoli Stati. Nella Federazione non tutti i singoli Stati, avrebbero potuto dare il loro voto, considerato che in molti casi essi non hanno regolato nemmeno la loro stessa costituzione.
La sovranità dell'Assemblea Nazionale si limita a varare la futura Costituzione germanica. Le altre leggi dello Stato germanico non potranno sorgere che dal pieno accordo fra l'Assemblea Nazionale e la Commissione degli Stati. Questi diritti federali, se risultano attenuati da una parte, risultano però rinforzati dall'altra. Infatti, se riguardo ad una legge non si riesce ad ottenere un accordo fra l'Assemblea Nazionale e la Commissione degli Stati, il Presidente della Repubblica può ricorrere al mezzo del plebiscito. Dall'altro lato, se riguardo a un disegno di legge, non si raggiunge accordo fra il Governo germanico e la Commissione degli Stati, può, ciascuna delle parti rimettere la decisione nelle mani dell'Assemblea Nazionale. La Commissione degli Stati ha, dunque, in questo caso, il diritto di procedere indipendentemente, anche se il Governo germanico non fosse d'accordo.
Così In seguito a ciò l' L'Assemblea Nazionale ha approvatoò alla quasi
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unanimità la Costituzione provvisoria, della Germania, sperando che così sia con essa sia stato in tal guisa di aver fatto un gran passo verso la pace e per la salute salvezza della Germania e del popolo tedesco.
Dopo di ciò, chinato
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 15. März 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9298, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9298. Letzter Zugriff am: 04.05.2024.
Online seit 04.06.2012, letzte Änderung am 10.09.2018.