Document no. 19030
Pacelli, Eugenio to Sincero, Luigi
[Berlin], 02 March 1927
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PacelliPacelliSubject
Sul Revmo Mons. Marco Glaser
Allorché nel 1923 si cercava un sacerdote adatto per la cura spirituale dei Russi in Germania, mi fu suggerito dal Rev. P. Noppel S. J. (uno degli scrittori della nota Rivista Stimmen der Zeit) il suddetto sacerdote, allora parroco in Kischinew (Bessarabia). V. E. troverà qui unita copia delle ampie notizie, datemifornitemi intorno la lui dal [menzionato] sunnominato Padre, e da me già comunicate alla Segreteria di Stato con rispettoso Rapporto N. 28068 del 20 Luglio di quello stesso anno 1923.
La sullodata Segreteria di Stato ebbe anche informazioni favorevoli, sia dal Rev.
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P. Biederback, già Rettore del Collegio "Il can. Dr Marco Glaser è ottimo sacerdote, predicatore, zelante parroco, buon amministratore, parla tedesco, polacco, russo, francese, italiano. Se si cerca un difetto, si troverebbe soltanto questo, che è difficilissimo a scrivere una lettera ai parroci, che dipendono da lui - è il Decano dei parroci di Bessarabia -. Non posso però privarmi di lui, giacché vi sono già altre tre città senza sacerdote, e nella Bessarabia occorrono sacerdoti, che sappiano il polacco e conoscanoconoscano le circostanze".
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Come poi
ebbi pure l'onore di riferiresignificare alall'Eminentissimo Signor Cardinale Segretario di Stato coll'ossequioso
Rapporto N. 33506 del 5 Settembre 1925, le ulteriori informazioni da me avute in
seguito, ad esempio dal Revmo Mons. Ludovico Kaas, Canonico della Cattedrale di Treviri e
deputato al Reichstag, il quale fu già compagno del Glaser nel summenzionato Collegio germanico-ungarico, e gli stessi rapporti personali, che
ebbi occasione d'intrattenere con lui durante la sua permanenza in Berlino nei mesi di
Marzo-Giugno 1925, mi confermarono in tale favorevole opinione, avendo notato in lui
Per ciò, infine, che riguarda le di lui disposizioni nei riguardi del rito bizantino-slavo,
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non è a mia cognizione se non quanto il Glaser stesso mi
scriveva in una lettera in data del 20 Settembre 1924, nella quale esponeva umilmente i motivi, che lo rendevano, a suo avviso, meno atto per la
cura spirituale dei Russi in Berlino. A proposito del rito egli si esprimeva nei seguenti
termini:"Inoltre ho le mie proprie considerazioni sul rito orientale, totalmente diverse da molti altri, specialmente da Mons. Chaptal ed altri. Non disprezzando affatto il rito orientale, sono però lontano da quella esagerata venerazione, che hanno per lui le sopraddette persone, sono più lontano ancora dal voler forzare ogni russo convertito a rimanere nel rito orientale. Io credo che bisogna dare ad ognuno la libertà di scegliere quel rito che vorrà, ma da mia parte fra l'intelligenza russa in una maniera soave cercherei d'introdurre il rito latino e di abituarla al medesimo. Credo che una grandissima parte di essi preferirebbe precisamente il rito latino. L'esagerata simpatia per il rito orientale ed
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per la
religione stessa. Non so se io potrò con queste convinzioni lavorare per la conversione dei
russi, Nella
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È questo, per quanto io ricordi,io ricordi, tutto ciò che Dell'E. V. R.