TEI-P5
Document no. 19030
Mi è pervenuto ieri il venerato Dispaccio N. 19958/27 del
26 Febbraio p. p., col quale l'E. V. R. si è degnata di chiedermi
informazioni circa il Revmo Mons. Marco Glaser.
Allorché nel 1923 si cercava un sacerdote adatto per la cura spirituale dei Russi in Germania, mi fu suggerito dal Rev. P. Noppel S. J. (uno degli scrittori della nota Rivista Stimmen der Zeit) il suddetto sacerdote, allora parroco in Kischinew (Bessarabia). V. E. troverà qui unita copia delle ampie notizie, datemifornitemi intorno la lui dal [menzionato] sunnominato Padre, e da me già comunicate alla Segreteria di Stato con rispettoso Rapporto N. 28068 del 20 Luglio di quello stesso anno 1923.
La sullodata Segreteria di Stato ebbe anche informazioni favorevoli, sia dal Rev.G germanico-ungarico,
ovenel tempo in cui il Glaser aveva
compiutovi compì i suoi studi (Dispaccio N. 22773 dell'11 Ottobre
1923), sia dall'Ordinario, Revmo Mons. Cisar, allora Vescovo di Jassi, il quale si
esprimeva (Dispaccio N. 22917 del 16 Ottobre 1923), il quale siesprimeva<riferì> riferiva quanto appresso:nei seguenti termini:
"Il can. Dr Marco Glaser è ottimo sacerdote, predicatore, zelante parroco, buon amministratore, parla tedesco, polacco, russo, francese, italiano. Se si cerca un difetto, si troverebbe soltanto questo, che è difficilissimo a scrivere una lettera ai parroci, che dipendono da lui - è il Decano dei parroci di Bessarabia -. Non posso però privarmi di lui, giacché vi sono già altre tre città senza sacerdote, e nella Bessarabia occorrono sacerdoti, che sappiano il polacco e conoscanoconoscano le circostanze".esso lui soda cultura filosofica e teologica, conoscenza
delle lingue, spirito di sacrificio, e di obbedienza attaccamento e devozione verso
la Santa Sede. Secondo che risulta anche dalle succitate notizie del
P. Noppel, il Glaser ebbe delle difficoltà col suo Vescovo, Mons. Kessler; ma ciò
si spiega non difficilmente col carattere alquanto singolare di
quest'ultimo.
Per ciò, infine, che riguarda le di lui disposizioni nei riguardi del rito bizantino-slavo,che il
Prelato con giurisdizione
non è [a] mia cognizione
non sono in granonsono in grado di riferire se
conosco se
"Inoltre ho le mie proprie considerazioni sul rito orientale, totalmente diverse da molti altri, specialmente da Mons. Chaptal ed altri. Non disprezzando affatto il rito orientale, sono però lontano da quella esagerata venerazione, che hanno per lui le sopraddette persone, sono più lontano ancora dal voler forzare ogni russo convertito a rimanere nel rito orientale. Io credo che bisogna dare ad ognuno la libertà di scegliere quel rito che vorrà, ma da mia parte fra l'intelligenza russa in una maniera soave cercherei d'introdurre il rito latino e di abituarla al medesimo. Credo che una grandissima parte di essi preferirebbe precisamente il rito latino. L'esagerata simpatia per il rito orientale edlo il forzare i russi a rimanere in esso, è secondo la mia
opinione, è un sbaglio ed avrà conseguenze dannosequ mentre tante persone, forse più competenti di me,
considererebbero la mia sentenza sull'opportunità del rito orientale come uno sbaglio, allo
stesso modo che io considero come sbaglio la sentenza loro".
Nellaste stessa
lettera egli affermava, forse, per un senso di eccessiva modestia,
quanto segue circa la sua conoscenza della lingua russa: "È vero che conosco il russo, che
lo parlo nella conversazione abbastanza bene, ma non lo parlo come lingua materna, non ho
fatto tutti gli studi in russo, non ho sempre avuto conversazione russa, e perciò non lo
parlo perfettamente. Mi sarebbe dunque molto difficile, se non impossibile, di fare
una predica in lingua russa squisita, come dovrebbe essere per la propagazione della
religione fra gli scismatici intelligenti, i quali sono nervosi,nervosi, irritati, ed hanno grandi
aspirazioni".è a mia conoscenzaio sappia<è> sia a me noto riguardo al più volte nominato
ecclesiastico; altro quindi non mi resta che chinarmi al bacio della S. Porpora, mentre
con sensi di profondissimo ossequio ho l'onore di
confermarmi
Dell'E. V. R.
126r, oben mittig hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem
Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
Online since 25-02-2019.
Document no. 19030
Pacelli, Eugenio to Sincero, Luigi
[Berlin], 02 March 1927
Writer (text genesis)
PacelliPacelliSubject
Sul Revmo Mons. Marco Glaser
Allorché nel 1923 si cercava un sacerdote adatto per la cura spirituale dei Russi in Germania, mi fu suggerito dal Rev. P. Noppel S. J. (uno degli scrittori della nota Rivista Stimmen der Zeit) il suddetto sacerdote, allora parroco in Kischinew (Bessarabia). V. E. troverà qui unita copia delle ampie notizie, datemifornitemi intorno la lui dal [menzionato] sunnominato Padre, e da me già comunicate alla Segreteria di Stato con rispettoso Rapporto N. 28068 del 20 Luglio di quello stesso anno 1923.
La sullodata Segreteria di Stato ebbe anche informazioni favorevoli, sia dal Rev.
126v
P. Biederback, già Rettore del Collegio "Il can. Dr Marco Glaser è ottimo sacerdote, predicatore, zelante parroco, buon amministratore, parla tedesco, polacco, russo, francese, italiano. Se si cerca un difetto, si troverebbe soltanto questo, che è difficilissimo a scrivere una lettera ai parroci, che dipendono da lui - è il Decano dei parroci di Bessarabia -. Non posso però privarmi di lui, giacché vi sono già altre tre città senza sacerdote, e nella Bessarabia occorrono sacerdoti, che sappiano il polacco e conoscanoconoscano le circostanze".
127r
Come poi
ebbi pure l'onore di riferiresignificare alall'Eminentissimo Signor Cardinale Segretario di Stato coll'ossequioso
Rapporto N. 33506 del 5 Settembre 1925, le ulteriori informazioni da me avute in
seguito, ad esempio dal Revmo Mons. Ludovico Kaas, Canonico della Cattedrale di Treviri e
deputato al Reichstag, il quale fu già compagno del Glaser nel summenzionato Collegio germanico-ungarico, e gli stessi rapporti personali, che
ebbi occasione d'intrattenere con lui durante la sua permanenza in Berlino nei mesi di
Marzo-Giugno 1925, mi confermarono in tale favorevole opinione, avendo notato in lui
Per ciò, infine, che riguarda le di lui disposizioni nei riguardi del rito bizantino-slavo,
127r
non è a mia cognizione se non quanto il Glaser stesso mi
scriveva in una lettera in data del 20 Settembre 1924, nella quale esponeva umilmente i motivi, che lo rendevano, a suo avviso, meno atto per la
cura spirituale dei Russi in Berlino. A proposito del rito egli si esprimeva nei seguenti
termini:"Inoltre ho le mie proprie considerazioni sul rito orientale, totalmente diverse da molti altri, specialmente da Mons. Chaptal ed altri. Non disprezzando affatto il rito orientale, sono però lontano da quella esagerata venerazione, che hanno per lui le sopraddette persone, sono più lontano ancora dal voler forzare ogni russo convertito a rimanere nel rito orientale. Io credo che bisogna dare ad ognuno la libertà di scegliere quel rito che vorrà, ma da mia parte fra l'intelligenza russa in una maniera soave cercherei d'introdurre il rito latino e di abituarla al medesimo. Credo che una grandissima parte di essi preferirebbe precisamente il rito latino. L'esagerata simpatia per il rito orientale ed
128r
per la
religione stessa. Non so se io potrò con queste convinzioni lavorare per la conversione dei
russi, Nella
128v
È questo, per quanto io ricordi,io ricordi, tutto ciò che Dell'E. V. R.